venerdì 16 maggio 2014
Barcellona: a ritmo di Ramblas.
Barcellona ci accoglie con una leggera pioggerellina di fine gennaio. E' mattina presto e cominciamo il nostro lungo cammino con un saluto alla statua di Cristoforo Colombo, statua che punta il dito in direzione del mare. Direzione, le direzioni delle strade di Barcellona seguono diagonali, sono vie lunghe che si intersecano fra loro trasversalmente. Passo dopo passo, arriviamo al Barrio Gotico, il quartiere che fa' di questo stile il suo fiore all'occhiello: cattedrali a punta, vicoli stretti, botteghe d'arte, piazzette che ricordano l'architettura coloniale del Sudamerica, studenti assonnati che entrano nei bar per un caffè. Il ritmo è ancora lento e i primi raggi del sole illuminano il volteggiare dei gabbiani nel cielo. All’improvviso Las Ramblas, il passo si fa veloce, conosciamo così il luogo della movida di Barcellona fra locali, teatri, cinema e ristoranti. La città intanto si sta svegliando e le strade si affollano di gente, gente che si muove per lavoro, per qualche ora di shopping, per svago. La prossima tappa è la Casa Batlo,
la casa di Gaudi e per raggiungerla, ormai un po’ stanchi, proviamo a viaggiare in metropolitana e in un attimo siamo davanti all’opera dell’architetto più famoso di Barcellona: è un tondeggiare di forme dalle tinte pastello, un verde azzurrino tenue che regala in alcuni punti rami di fiori che scendono e adornano finestre e balconi. Una pausa per il pranzo in un fast-food, fra strade intrise del traffico delle ore di punta e continuiamo il nostro cammino. Cartina alla mano ci dirigiamo verso la Sagrada Familia, opera non ancora conclusa, i cui lavori sono finanziati dalle offerte dei fedeli, è il simbolo della città; davanti alla chiesa, una fila di persone in coda per entrare, noi decidiamo di restare seduti ad osservarla di sbieco, da fuori, seduti su una panchina nel giardino antistante. Per un attimo tutto si fa’ silenzio: gli uccelli del parco popolano timidamente gli alberi, qualche bimbo intorno al chiosco corre e fa’ dei giri mentre penso a Gaudi e alla sua opera senza fine. Ma e’ ora di tornare, andiamo verso la nave.
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